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 Un "Monaco" Di Nome Wyatt - Jam - n° 121 - Decembre 2005





Esce la registrazione del solo concerto che Robert Wyatt ha fatto nell'intera carriera solista l'8 settembre 1974. Con lui sul palco c'erano Dave Stewart, Nick Mason, Mike Oldfield e altri. È un'ottima occasione per tornare a parlare con l'artista, condannato a stare su una sedia a rotelle: "L'incidente mi ha obbligato a diventare un musicista migliore, vivo come un monaco, sono un museo vivente di ricordi persi".
di Mario Giammetti



Aprendo il digipack di Theatre Royal Drury Lane, testimonianza del concerto di ben 31 anni fa (Londra, 8 settembre 1974) che soltanto adesso ha visto la pubblicazione ufficiale su etichetta Hannibal, si rimane subito colpiti dalla fotografia che ritrae alcuni giovani su altrettante sedie a rotelle. Un modo originale di solidarizzare con Robert Wyatt, quello con la barba in primo piano, che su una carrozzina ci fu inchiodato davvero quel maledetto primo giugno del 1973 quando precipitò da una finestra in circostanze mai del tutto chiarite.

Fu così che i suoi colleghi e amici (gente come Dave Stewart, Hugh Hopper, Fred Frith, Nick Mason, Mike Oldfield e altri ancora...) riuscirono a convincere Wyatt a salire sul palco per un concerto tutto suo. In pratica il primo e l'ultimo (dopo ci sarebbero state solo brevi apparizioni), e questo logicamente riveste il disco di una malinconia persino maggiore, che talvolta porta l'ascoltatore verso uno stato di dolore quasi fisico.

Una reazione che, certamente, non è consona al Robert Wyatt di oggi. Una persona solare alla faccia del suo stato (da quella carrozzina, purtroppo, non si è mai più rialzato), molto ironica e simpatica (come quando si mette a canticchiare O' sole mio con voce da tenore prendendo in giro i gondolieri veneziani, ricordando un suo soggiorno per accompagnare la moglie Alfreda Benge impegnata in un film girato sulla laguna). L'indole malinconica viene fuori soltanto a tratti, come quando ammette di non avere il computer e di non sentirne affatto la mancanza ("Vivo come una specie di monaco, anche se non predico alcun dio, semmai una dea... Mi piace comunicare, ma ho bisogno di solitudine"), o come quando, di fronte alla domanda su chi siano i nuovi musicisti che più lo hanno colpito di recente, dopo essersi preso una pausa lunghissima dice: "Non mi sento obbligato a rispondere. Sono un museo vivente di ricordi persi. È questa la mia funzione nel mondo. A parte quella di dimenticare i sogni". Amnesia che diventa pressoché totale se si tenta di scavare nel passato remoto. Come quando gli chiediamo cosa abbia provato a riascoltare i nastri del concerto. "A dire la verità" risponde candidamente "è stato come ascoltare qualcun altro. Sono stato felice di risentire queste canzoni e mi piace la libertà e l'incoraggiamento che ci hanno messo i musicisti. E stata davvero una fortuna aver registrato quel concerto, visto che non continuammo con quella band...".

Proviamo a stimolargli la memoria, ma con scarsissimi risultati. Quando gli domandiamo quanto fu dura per lui accettare la proposta dei suoi amici e chi fu il principale promotore dell'evento, la reazione è disarmante: "Non ricordo un singolo particolare di tutto questo. Se non avessi la registrazione non ricorderei nemmeno che iniziammo con Dedicated To You Bui You Weren't Listening, né tanto meno che finimmo con quella specie di carnevale musicale alla fine del bis... Quando tornai dall'ospedale gran parte delle mie energie erano tese a cercare di organizzare il modo di vivere in una casa su una sedia a rotelle, di risolvere i problemi pratici dovuti al cambiamento. Solo in seguito iniziai a pensare anche a come potevo restare professionale, a fare le cose il meglio possibile nella mia nuova condizione".

Possiamo però chiedergli come trova la sua musica suonata da quella superband... "Mi piace molto la sezione ritmica. Penso che Laurie Allan sia un batterista fantastico, perché capisce completamente la tradizione jazz, ma sa anche pestare duro quando è necessario. E poi gli piace perdere il ritmo in uno o due segmenti, come usavo fare anche io, per poi rimettersi in riga in fretta... dei momenti pericolosi che adoro!".

Il concerto include anche tutte le canzoni di Rock Bottom, al tempo appena pubblicato. Ed è interessante notare che alcune di esse, nella versione live, suonano meno claustrofobiche rispetto alla versione di studio. "E possibile. Del resto Rock Bottom l'ho registrato in solitudine e solo in un secondo momento ho chiamato gli altri musicisti a cui far aggiungere le loro parti singolarmente. E questo è il modo in cui lavoro ancora oggi, è così che ho fatto tutti i miei dischi. Sotto certi aspetti, quindi, quel concerto ha rappresentato la prima volta in cui i musicisti hanno suonato insieme in simultanea con me che cantavo. Per me è stato un momento di scoperta, sentire il modo in cui i musicisti interagivano con me e fra di loro. Un po' come delle bolle di champagne aggiunte". Durante il concerto furono suonate anche alcune canzoni dei Matching Mole, band rimasta nel cuore di Wyatt. "Avremmo potuto fare molto di più, ma purtroppo non avevamo soldi né risorse. Sono state due band diverse: nella prima avevamo David Sinclair dei Caravan all'organo, nella seconda David McRae al piano elettrico. Mi piaceva molto lavorare con loro, anche se stavo vivendo questo momento di transizione fra il mio ruolo di batterista e quello di compositore di canzoni. A dire il vero penso che tutto ciò che ho fatto negli anni 60 sia stato un periodo di transizione".






A parte la decisione di non fare tour, viene spontaneo chiedersi se l'incidente ha cambiato anche il modo di comporre di Wyatt, che magari farebbe una musica diversa se non ci fosse stata quella disgrazia... "Il paradosso è che l'incidente mi ha obbligato a svilupparmi come musicista più velocemente... Il fatto è che ho sempre avuto difficoltà a lavorare in gruppo, ma ogni cosa ha i suoi tempi. Capii che con Rock Bottom avevo trovato il mio modo di lavorare e la mia voce. Con questo non voglio dire che fosse meglio o peggio, ma dopo aver lavorato dieci anni in studio e sul palco con delle band sentivo di avere imparato quello che mi occorreva per trovare finalmente la mia strada e realizzare la musica che avevo in testa...". Durante la sua carriera Wyatt ha anche registrato cover di canzoni molto diverse fra di loro, da I'm A Believer dei Monkees a Shipbuilding di Elvis Costello a Biko di Peter Gabriel. Come avviene la scelta? "Essenzialmente devono verificarsi due condizioni. La prima è che la musica si adatti alla mia voce. La seconda, che queste canzoni mi trasmettano qualcosa. Non le cerco consapevolmente, ma talvolta mi arrivano lo stesso, e mi permettono di fare qualcosa in maniera differente, obbligandomi e stendermi verso un'altra direzione. Sono eccellenti esercizi per la mia mente".

L'ultima volta che ci eravamo sentiti con Wyatt fu nei giorni in cui Bush e i suoi accoliti bombardavano l'Iraq. Sono passati due anni ma il pianeta non sembra davvero in uno stato migliore... "Ho appena ricevuto il nuovo disco di Sinéad O'Connor (vedi pagina 52, ndr), questo album registrato in Giamaica con un gruppo reggae. Contiene anche il brano di Bob Marley intitolato War. È una canzone diretta con parole molto semplici che dicono che, fin quando ci sarà un uomo che fa soprusi su un altro, l'odio sarà radicato e vi sarà guerra dappertutto: 'Guerra a Est, guerra a Ovest, guerra nel Nord, guerra nel Sud'. Credo davvero al messaggio di questa canzone, purtroppo: la guerra esisterà fin a quando ogni uomo o ogni donna non saranno trattati con uguale rispetto in ogni parte del mondo".

Parlando di donne, come è stato lavorare con Björk? "E fantastica. E stata a casa mia un paio di giorni, è una donna incredibilmente veloce mentalmente, una specie di animale selvaggio. A volte ti sembra di essere con una tigre, altre con una volpe. Ed è anche pericolosamente bella! Sono stato davvero onorato di ricevere il suo invito".

Se dovesse cominciare oggi, con chi gli piacerebbe suonare? "Con i musicisti con cui collaboro attualmente. Il problema è che non so se lo vorrebbero anche loro, se io fossi agli inizi".

Cuckooland è uscito due anni fa ed è un album meraviglioso. I fan di Wyatt sono ansiosi di ascoltare nuovo materiale... "Chiederesti a una donna che ha un bambino: 'Quando farai il prossimo? La prossima volta che ci incontriamo portami un altro figlio!'. No, la verità è che non ho idea quando succederà, devo aspettare che arrivi l'ispirazione delle muse".

       
     
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